Si entra nel campo per la porta usata dai prigionieri dove campeggia la scritta Arbeit macht frei ("Il lavoro rende liberi"). Sono stati ricostruiti due dormitori che lasciano immaginare la vita quotidiana in questo campo dove, nel 1944, si ammassavano 30.000 prigionieri. Nel piazzale dove veniva fatto l'appello si trova oggi un monumento eretto dalla comunità internazionale e all'interno del campo sorgono una cappella cattolica, una chiesa protestante e un memoriale ebraico. I forni crematori, situati in prossimità, sono circondati da un parco-necropoli.